Io non vedente e gli ausili. La testimonianza di Vito Coviello, scrittore non vedente di Matera

14 Dicembre 2020

Mi chiamo Vito Coviello, da 21 anni sono cieco totale per un glaucoma cortisonico che mi ha portato nel buio, nel buio più totale. I primi 17 anni da non vedente per me sono stati molto dolorosi, essendo diventato cieco a 45 anni e non riuscendo a fare più niente perché cieco, non sapendo adattarmi al buio totale e avendo vergogna di essere diventato quello che sono, persino vergogna ad usare il bastone bianco da cieco, ecco, credevo che la mia vita non avesse più futuro.

Nei primi 17 anni da non vedente, anche se avevo dentro tutto un mondo di passioni e sentimenti, non riuscivo a portar fuori niente di tutto questo, perché non conoscevo ausili per i disabili come, tutti quei mezzi tecnologicamente avanzati che possono dare al disabile una vita più autonoma, una finestra sul mondo, una possibilità di confronto con gli altri ed una grande autonomia.

Io venendo dal mondo dei normodotati degli ausili per disabili conoscevo poco e niente, al massimo sapevo delle carrozzine per i paraplegici, del bastone bianco per non vedenti o delle protesi ma nient’altro, nel mio dolore nel mio dolore neanche li cercavo gli ausili, avevo un telefonino senza sintesi vocale che mi serviva solo per rispondere a chiunque mi telefonasse, tanto quei pochi numeri li facevo con la numerazione breve tipo asterisco uno, asterisco due, cancelletto invio… ma così il mio mondo e la mia vita era solo un vegetare .

Per puro caso venni a sapere dell’esistenza di un computer che avrei potuto comandare con la voce ed anche di un telefonino che avrei potuto comandare con la voce in particolare di un computer della Mediavoice che mi avrebbe dato la possibilità di fare di tutto e di più. Titubante ci misi un po’ di tempo per decidere di fare le pratiche per richiedere questi ausili ma poi ne feci richiesta, feci tutte le visite, preparai i documenti e finalmente mi arrivarono il telefonino ed il PC dotato di Scanner chiamato Speaky Facile della Mediavoice. Ho imparato subito ad usare Speaky Facile, dotato di un telecomando tipo telecomando della televisione, interagiva con me solo con la voce.

Schiacciando un pulsante al centro del telecomando con la mia voce chiedevo al PC tutte le cose che intendevo fargli fare e così ho potuto così dettare romanzi, racconti e poesie, ho potuto fare ricerche su internet, mandare e ricevere email di posta elettronica, ho potuto scaricare ed ascoltare gli audiolibri, ho potuto scannerizzare qualsiasi documento e averne dal computer una perfetta lettura, ho potuto ascoltare tutti i canali della televisione, della radio, ascoltare canzoni e film su YouTube.

In questi quattro anni ho potuto così scrivere 16 libri, tra romanzi, libri di poesie e racconti, grazie al computer Speaky Facile della Mediavoice.

Per me Speaky Facile è stato una vera finestra sul mondo, avendo potuto così andare con

esso su internet. Nel computer vi ho trovato anche un’enciclopedia ed un traduttore e per il tempo libero anche dei giochi.

Devo dire Grazie a chi mi ha consigliato questo computer non solo perché ho potuto rendermi autonomo in tante cose ma anche perché così ho potuto donare, regalare ad altri tutti i miei lavori: i miei romanzi, i miei racconti, le mie storie e le mie poesie, ho potuto dimostrare così che un non vedente, un disabile non è un peso per la società ma grazie a questi ausili, io per primo, sono potuto ritornare ad essere vivo ed attivo ma soprattutto autonomo.

Altri più bravi di me con questi ausili possono fare molte più cose di me e meglio di me.

Gli ausili sono molto importanti per noi disabili, ci danno una vita più degna di essere vissuta e in questa maniera non siamo più un peso per la società ma anzi, diventiamo parte attiva nella stessa.

Invito tutti e soprattutto i normodotati ad informarsi su tutti gli ausili che possono

alleviare e facilitare la vita del non vedente e dei disabili e aiutare loro a prendere conoscenza di queste possibilità, perché molte volte chi è nel dolore non si informa, non ne ha conoscenza e allora sono proprio i parenti di chi vive la difficoltà che devono informarsi e consigliare chi non può essere autonomo per renderlo autonomo.

Vito Coviello scrittore non vedente di Matera

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